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“Il garante dei minori in Sicilia: una prospettiva concreta di tutela”
di GIUSY PANEPINTO | |
DOCENTE STIORIA E FILOSOFIA -ESPERTO IN TUTELA DEI DIRITTI DEI BAMBINI E DEGLI ADOLESCENTI | |
PROGETTO DI RICERCA-AZIONE Descrizione dettagliata della rilevanza del progetto per il territorio La parola “tutela” deriva dal latino “tueor”, che significa proteggere, garantire e prendersi cura. Questo termine che, inizialmente, veniva utilizzato esclusivamente dalle discipline giuridiche per indicare protezione ed aiuto per i soggetti incapaci, che non sono quindi in grado di esercitare e far valere da soli i propri diritti e soddisfare i propri interessi, oggi viene reclamato da quanti intendono assicurare ai minori di età migliori condizioni di vita. Si è fatto un gran parlare, in questi anni, dei minori come soggetti di diritti e non meri oggetti di protezione e tutela. È tempo che l’attenzione e l’impegno si focalizzino sull’esercizio dei diritti dei minori, perché l’attribuzione di un diritto senza che ne sia assicurato l’esercizio trattiene il diritto sulla carta e non lo cala nella realtà. È, dunque, tempo di passare dal dire al fare. Nell’attesa di ulteriori passi, resta centrale la funzione di rappresentanza che i difensori civici dell’infanzia svolgono in ordine all’esercizio dei diritti che spettano ai minorenni. Sulla base di tali presupposti, l’istituzione di “un garante dei minori”a livello regionale, con referenti in ogni provincia e in ogni comune della provincia, aprirebbe una prospettiva di osservazione particolare sul mondo dei bambini e degli adolescenti e proporrebbe una riforma essenziale per rendere effettiva nella vita di tutti i giorni e in tutti i contesti di vita l’osservanza dei diritti dei minori. Tale progetto si prefigge la creazione di una rete organizzata di figure motivate, adeguatamente formate e disponibili ad assumere l’incarico di garante dei minori, con i quali istaurare una relazione significativa, volta all’ascolto delle loro esigenze, alla decodificazione dei loro messaggi, e alla loro rappresentazione nelle sedi opportune. Tali obiettivi possono realizzarsi solo attraverso l’individuazione di strategie finalizzate innanzitutto ad accrescere la sensibilità e la coscienza della società sull’importante compito di garanzia che rivestirebbe un tale organo di tutela, tramite specifici percorsi di sensibilizzazione, diretti alla conoscenza delle funzioni e delle potenzialità della figura del tutore; creando un gruppo di operatori attivi nella promozione di azioni positive per l’infanzia e l’adolescenza e nel potenziamento della tutela dei relativi diritti, attraverso l’attivazione di corsi di formazione; provvedendo, infine, a sostenere e monitorare l’attività dei referenti di ogni provincia e di ogni ente locale, così da proporre strategie mirate a garantire supporto permanente. Prendere coscienza di questo primo dato costituisce indubbiamente una marcia in più per riconoscere e prevenire il disagio, il maltrattamento, l'abuso; significa decidere di avere un occhio più attento ai messaggi dei piccoli, perché se l'organizzazione del tempo (familiare, scolastico, sanitario, ricreativo, ecc.) sarà più a misura di bambino/a, anche gli adulti avranno più tempo per osservare, captare segnali, capire, intervenire, per dare insomma più spazio alla tutela del minore. È, dunque, necessario riflettere sull’esigenza di una nuova età della promozione dei diritti dei minori che sappia essere sempre dalla parte dei bambini e delle bambine, non solo a parole, come spesso succede, ma anche nei fatti. Per promuovere, indirizzare e coordinare interventi programmatici ed operativi rivolti all'età evolutiva, rispondenti alle normative vigenti e alla specifica situazione isolana, occorre mettere in campo un progetto innovativo negli obiettivi scelti e nelle forme per realizzarlo basato su tre assunti fondamentali: a ) riscoprire la centralità del minore quale soggetto di diritti e in questa ottica riconoscere la peculiarità dei problemi che il minore prospetta per poi affrontarli sistematicamente in modo da assicurarne un armonico sviluppo psichico, fisico e sociale; b) agire con il massimo realisimo che implica la scelta di proposte tendenti alla soluzione dei problemi più gravi e urgenti, da concretarsi nel minor tempo possibile nel quadro di una graduale strategia di base per risolvere numerosi problemi che è necessario affrontare per tutelare il minore; c) sviluppare la collaborazione con le forze, espressione formale ed informale della collettività, per creare un tessuto connettivo collegato ed organizzato in condizioni di riflettere globalmente ed operare localmente, in grado quindi di individuare i nodi strutturali che permettono il cambiamento. In quest'ottica la possibile prospettiva di costruire un progetto che riesca a cambiare il mondo in favore dei bambini, è legata alla funzione di promozione che andrebbe a svolgere nel nostro contesto socio-culturale l’ombudsman per i minori. Se da un lato la dimensione della promozione dei diritti dei minori assume una funzione sociale più ampia, diventa strategica e trasversale per innescare un cambiamento culturale basato sulla centralità del bambino e sul riconoscimento effettivo dei suoi diritti. Questa rappresenta una preziosa occasione per l’avvio di un ampio dibattito culturale che ha come obiettivo la creazione di una rinnovata cultura, che veda nel “riconoscimento dei diritti dei minori” la misura di un ordinamento veramente rispettoso di tutti i cittadini. È indispensabile in via primaria preparare da un lato gli adulti che quotidianamente sono a contatto con i minori ad una nuova sensibilità e attenzione verso l’infanzia e, dall’altro costruire e diffondere una nuova cultura dell’infanzia; non sembra, infatti, che nella nostra epoca si sia costruito un forte senso del bambino come “valore”. Ecco, allora, che il problema da risolvere in realtà ruota intorno all’esigenza di creare ciò che Bobbio definisce una “nuova età dei diritti”, cioè una società culturalmente attenta al bambino, alle sue necessità, rispettosa della sua dignità di persona, che è “minore” solo rispetto all’età. Per poter innescare un cambiamento culturale basato sulla centralità del bambino e del suo interesse, su un’idea positiva dell’infanzia e dell’adolescenza è fondamentale concentrarsi sulla funzione di promozione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza che ha rivestito in altre regioni il Pubblico tutore dell’infanzia. Questa azione di promozione rappresenta il primo e più efficace strumento di prevenzione rispetto alle situazioni di abuso all’infanzia e di comunicazione, che implichi anche agilità nel rapporto con gli utenti e una migliore integrazione istituzionale con i servizi che operano sul territorio. Su questo versante, l’impegno del Pubblico Tutore nella realtà isolana si concretizzerebbe nel progetto di informazione e sensibilizzazione per costruire una cultura dell’infanzia e dell’adolescenza che offra, anche, la comprensione e l’aiuto essenziale per la difesa dei diritti dei minori. Questo organo, svolgendo attività di intervento psico-sociale finalizzata ad individuare, valutare, modificare e prevenire situazioni di maltrattamento, abbandono, rischio, disagio ed emarginazione sociale espressa a livello individuale, si impegnerebbe a: - Sostenere la diffusione di una cultura dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza; - Favorire una costante attività di vigilanza sui minori per l'applicazione delle leggi vigenti per la protezione e tutela dell'infanzia; - Accertare il verificarsi di condizioni di abbandono, maltrattamento e grave rischio per poi prenderle in carico e segnalarle alla Magistratura minorile; - Favorire l'accoglienza dei bisogni di tutti i bambini che vivono in Sicilia; - Promuovere il dialogo e la collaborazione tra le istituzioni, il privato sociale, le famiglie, i bambini e i ragazzi; - Coordina intorno al minore le prestazioni assistenziali, le attività e gli interventi di altri operatori o servizi. La complessità di questi bisogni e delle conseguenti domande d’intervento richiede competenze articolate e risorse capaci di sostenere la realizzazione di una rete di attività integrate e di presidi tra loro complementari. Gli interventi per i minori vanno, così, inquadrati in un’ottica di costruzione di opportunità che necessita di passare dalla organizzazione di singoli servizi alla progettazione di politiche di territorio e di comunità che tengano conto delle esigenze delle nuove generazioni in una logica promozionale e di accompagnamento dei minori verso uno sviluppo evolutivo rispettoso dei bisogni necessari a garantirne la crescita. Di queste azioni fanno parte sia le attività di prevenzione - iniziative da sviluppare di appoggio alla famiglia nelle sue molteplici funzioni di cura e di educazione - sia quelle di tutela che, per la loro natura, hanno carattere di evidenza e che si riferiscono al contrasto di diverse situazioni di disagio e che sono volte a garantire ai bambini condizioni di sicurezza psicofisica da raggiungere con diverse modalità e perseguendo i diversi livelli di benessere. Questo è un imperativo che si fa compito etico, in una società fondata sul rispetto dell’individualità di ognuno, sulla repressione e sul superamento delle varie forme di abuso che strappano l’anima di molti bambini. | |
05-03-2012 |