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Scuola in Ospedale ed Istruzione Domiciliare
di Massimo Coppolino | |
Referente Coordinamento scuola in Ospedale . | |
Prima conferenza nazionale sulle politiche per l'infanzia e l'adolescenza Palermo 30 - 31 Marzo 2012 Grand Hotel et Des Palmes "Scuola in Ospedale e Istruzione Domiciliare" La Scuola in Ospedale nasce, in Italia, intorno agli anni '50 sotto forma di scuole speciali, promosse da docenti di scuola primaria in alcuni reparti pediatrici, in un periodo in cui i piccoli pazienti erano sottoposti a lunghe ed estenuanti terapie nei reparti di Oncologia e di lunga degenza, con speranza di guarigione ben lontane da quelle odierne. La scuola in ospedale si pose subito all'attenzione del Ministero della Pubblica Istruzione per l'opera, certificata da studi clinici e dalla testimonianza dei medici che ne hanno valutato gli effetti, di supporto non solo didattico ma, soprattutto, psicologico per i piccoli degenti che oltre a non vedere inficiato il loro rendimento scolastico, trovavano giovamento fisico dalla presenza della scuola, con una migliore compliance terapeutica, una notevole riduzione dei tempi di guarigione ed un aumento della percentuale di successo delle terapie mediche. Il piccolo alunno-degente, infatti, trova nella scuola in ospedale un ambiente a lui noto, una realtà di cui conosce le regole e le dinamiche al contrario di quelle che vigono all'interno di un ospedale da loro vissuto come luogo di solitudine e di sofferenza: una piccola "isola felice" in un mondo che, pur con la lodevole partecipazione del personale medico e paramedico che non manca in slanci di affetto e di umanità, è visto come "nemico". È stato questo risultato che, negli anni, ha portato ad un aumento esponenziale delle sezioni scolastiche negli ospedali pediatrici e ad un riconoscimento formale delle stesse da parte del Ministero. Ricordo, a proposito, la C.M. del 2 dicembre 1986 n. 345 che ratifica la nascita delle sezioni scolastiche all'interno degli ospedali. Con essa, e successive modifiche, viene sancito il carattere "normale" della Scuola in Ospedale, paritetica alle scuole del territorio nazionale. La successiva circolare n. 353 del 1998 "Organizzare la Scuola in Ospedale significa riconoscere ai piccoli pazienti il diritto-dovere all'istruzione e contribuire a prevenire la dispersione scolastica e l'abbandono" inserendo la Scuola in Ospedale nella più ampia cornice di azioni per la prevenzione della dispersione scolastica. Oggi il servizio di Scuola in Ospedale vanta la collaborazione di docenti di ogni ordine e grado, per fornire un sufficiente livello di conoscenza agli alunni ospedalizzati o seguiti in regime di Day Hospital. Il funzionamento della scuola in ospedale richiede un rapporto programmato e concordato con i servizi socio-sanitari per gli interventi perequativi delle ASP e degli Enti Locali. Caposaldo di ciò è il protocollo d'intesa tra il Ministero della Salute ed il Ministero della Pubblica Istruzione del 5 gennaio 2007 che riprende alcuni punti fermi tra cui: - Il diritto all'istruzione ed il diritto alla salute sono principi fondamentali e devono essere assicurati a tutti i cittadini... - La scuola è un contesto privilegiato d'incontro tra le istituzioni e le nuove generazioni in cui favorire l'acquisizione nei bambini e negli adolescenti di conoscenze sui fattori di rischio per la salute e lo sviluppo di abilità atte ad individuare le pressioni di gruppo e sociali verso l'adozione di comportamenti nocivi che favoriscono lo svilupparsi di patologie croniche invalidanti e l'attivazione di interventi di prevenzione... La Scuola in Ospedale è una struttura, a mio parere, ideale per la condivisione di molti interessi comuni perché coniuga bene sia i concetti di diritto allo studio che di diritto alla salute, un risultato che si può raggiungere solo con una sinergia d'intenti in cui le ASP, o i Direttori di Presidio, promuovano incontri di formazione sanitaria rivolta ai docenti ospedalieri, così come il Ministero della Pubblica Istruzione, attraverso le Scuole Polo Regionali, promuova incontri di formazione sulla metodologia e la psicologia nella didattica per i medici che operano all'interno di strutture ospedaliere dove è presente una sezione di scuola in ospedale. Lo scopo è far sì che tutti gli operatori presenti nelle Unità Operative Pediatriche parlino una "lingua comune" riducendo un divario che rende spesso difficile comprendere le necessità di ciascun attore, inficiando la tanto sospirata "presa in carico globale" dell'alunno. Lo stesso protocollo suggerisce la costituzione di comitati interministeriali con elementi provenienti da entrambi le istituzioni, sia a livello Nazionale (Comitato Tecnico Nazionale Paritetico Per la Scuola In Ospedale) che Regionale (di cui il sottoscritto é componente) per elaborare proposte informative e formative sulla base di priorità individuate dalle diramazioni dei due ministeri ai vari livelli, dal Nazionale al Provinciale. Tali proposte, passano attraverso una prima valutazione tecnica da parte dei Dirigenti e dei Referenti di Scuole in Ospedale delle Scuole Polo Regionali, che, insieme al Responsabile Regionale ed ai funzionari dello Ufficio VII dell' Ufficio Scolastico Regionale formano il Comitato Tecnico Regionale, per la elaborazione di un documento congiunto che sarà presentato al vaglio del Ministro per la definitiva approvazione. Fiore all'occhiello del diritto allo studio è la possibilità di attivare i Progetti di Istruzione Domiciliare per gli alunni che, a causa di patologie invalidanti, non possono frequentare la scuola per periodi inferiore a 30 giorni, anche non continuativi. Essa consiste nell'obbligo da parte dell'istituzione scolastica interessata di garantire il servizio scolastico, in orario extra-curricolare presso il domicilio dell'alunno o presso altro domicilio segnalato dai genitori o tutori legali, nei giorni e nelle ore concordate con la famiglia, per un numero non inferiore a 20 ore mensili, tenendo conto delle esigenze legate alla patologia ed alle terapie in atto. Molte modifiche si sono apportate negli anni alle procedure relative all'attivazione del servizio ma, ancora ad oggi, molti alunni non appartenenti alle categorie incluse nel "Vademecum per l'Istruzione Domiciliare" ma oggettivamente impediti alla frequenza scolastica (come quelli affetti da patologie invalidanti croniche o rare) sono esclusi dal servizio, senza tener conto che ad oggi sono almeno 300 le patologie rare, croniche non riconosciute dal S.S.N. e, quindi, fuori da ogni tipo di finanziamento, inclusi quelli previsti dalla legge 104/92. Si rileva, inoltre, una eccessiva rigidità nella strutturazione di questa tipologia di progetti che, vista la presenza di molteplici varianti caratterizzanti le patologie croniche, spesso sono di difficile applicabilità aggiungendo oltre al danno fisico la beffa della bocciatura (se si escludono le lodevoli iniziative di molti Dirigenti Scolastici che, forti della Legge sull'Autonomia, decidono per l'ammissione all'anno successivo anche se con non poche difficoltà burocratiche). Il mio invito è rivolto a chi ci governa, affinché si apra un tavolo tecnico con i rappresentanti delle istituzioni che affrontano il problema in "prima linea" e con i rappresentanti provinciali dei Dirigenti Scolastici, affinché si smussino le difficoltà ancora presenti e si dia la possibilità di usufruire dei Progetti di Istruzione Domiciliare a tutti i minori impediti alla frequenza scolastica per patologie certificate dai medici ospedalieri o dalle commissioni mediche delle A.S.P..La Scuola in Ospedale è una rosa all' occhiello di quell' abito che si chiama DIRITTO, non permettiamo che appassisca ! Prof. Massimo Coppolino | |
29-03-2012 |